h2>Dating : Correlativo Oggettivo

C’è uno scarafaggio morto sulla finestra, a pancia in su.
Si è fritto nella lampada grigia ieri notte.
Entrato attirato dalla luce ha iniziato a ronzare dentro il paralume producendo un suono simile a quello che fanno a volte i frigoriferi nel silenzio.
Sempre di notte, di solito.
L’ho ascoltato morire.
Poi me ne sono dimenticata.
Stamattina l’ho trovato lì sulla finestra, nella sua bara di niente.
Si era liberato dal quel forno crematorio per fuggire verso il buio e quindi l’avevo ascoltato soffrire, non morire.
Non l’ho buttato via. L’ho lasciato lì, è ancora lì.
Anche mio padre è ancora lì, in Carnia.
Non so se sia a pancia in su, ma credo di sì, perché nei film in obitorio stanno così.
Sto pensando a cosa fare dello scarafaggio, come disporre di lui.
Potrei aspirarlo con l’aspirapolvere a mano. Oppure con quello grande da pavimento.
Potrei prenderlo per una zampetta e lanciarlo in giardino per i merli.
Potrei prenderlo con una salvietta e buttarlo nell’umido.
Potrei prenderlo con la carta igienica e buttarlo nel water e tirare l’acqua e fantasticare su dove stia andando.
Preferisco guardarlo e continuare a pensare a come disfarmi di lui.
Passerà qualcuno e lo farà per me, senza dirmelo, perché non è importante.
Guarderò di nuovo e non sarà più lì.